sabato 31 marzo 2007

A LAVANNARA

Foto dal web

Quando si pensa a come cambia repentinamente il nostro modo di vivere, non si può non ripercorrere i tanti racconti, di tempi andati, favoleggiati da abili nonne e prozie. Tra tutti primeggia la minuziosa descrizione di un mestiere, più che altro servizio domestico, tra i più diffusi, che ha visto il coinvolgimento di gran parte delle donne: A Lavannara.
Partivano all'alba, a volte anche senza sapere l'ora, e con la truscia (carico di biancheria sporca da lavare o semplicemente "robba appena tisciuta di passari all'acqua") si recavano tra le sponde del torrente più vicino con la fretta indispensabile per accaparrarsi la miglior pietra. Dopo intensi ed agili colpi di mano e l'impiego di miracoloso sapone di casa, la biancheria, ianca comu a cira, veniva stesa al sole per riportarla asciutta a casa, con la stessa processione dell'andata aperta dalla donna più anziana e a seguire le altre, tutte con i testa il loro carico (che nel peggiore dei casi, pioggia o mancanza di sole, veniva issato ancora umido e quindi di peso triplicato) Tutto si svolgeva all'aperto e nel periodo tra il lavaggio e l'asciugatura ci si riuniva davanti ad una buona fetta di pane di casa cu du cocci d' alivi ca salamoia e furmaggiu friscu, per pranzare e dialogare cu cunti, miniminagghi e curtigghiamenti.
Ancora oggi molte donne rimpiangono, e allo stesso modo ricordano con amarezza quei momenti. Ho sentito personalmente questi racconti e posso dire che mai in nessuna di queste donne ho avvertito tristezza o disapprovazione, sempre i loro occhi si sono illuminati di gioia, nel rivivere e ricordare questa magia tristemente, per alcuni miracolosamente, sostituita da una squallida macchina di latta.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Buona sera, capito per caso in questo blogger di sortinesi, lo sono anch'io anche se manco da sortino da moltissimi anni. E' molto improbabile che qualcuno mi conosca, a parte i miei parenti che molto improbabilmente usano internet.
Ma quello che volevo dire è che moltissimi anni fa, ma diaciamolo, 50 anni fà, avevo 8-9 anni,mia madre, in compagnia di altre donne, mi portava con lei in un torrente che si chiamava pizzupaletru e faceva le cose descritte nel blogger.Leggere di queste cose e vedere certe foto mi ha emozionato. Grazie.

..... ha detto...

ciao caro anonimo, le cose che ho scritto le ho interamente immaginate o almeno sentite dire da nonne e zie.. sapere che emozionano chi come te le ha vissute, mi riempie di soddisfazione.. grazie e torna quando vuoi...anche sempre!!

Anonimo ha detto...

Grazie per l'invito, ma propio non posso. Vedi sono passati molti anni e com'è naturale mi sono costruito affetti ed interessi altrove.
Ma non solo.
Quando appena 17enne venni via da Sortino ebbi vita durissima, tutte le volte che avevo problemi mi dicevo: "faccio così e così e se va male me ne torno a Sortino". Sortino luogo di sicuro approdo ma anche riprova del mio fallimento. Poi, molto per fortuna ma anche per capacità, consentimi l'immodestia, risolvevo il problema del momento e restare lontano era per me un piccolo successo. Vi sono tornato dopo 20 anni, per qualche giorno, ed ho trovato un paese che cambiava, forse. Certo giravano più soldi, le case più comode, ma nuove orribili costruzioni con improbabili colori deturpavano le strade e le chiese avevano un aspetto fatiscente. E me ne dispiacqui molto. Peraltro io vivo nel centro di una celebrata città e dalla mia terrazza si ha l'impressione di poter toccare famosissimi monumenti, tanto sono vicini, belli, superbi. Ma non mi parlano come mi parla la povera facciata della chiesa di Santu Peturu.
Sono tornato a Sortino ancora un paio di volte, un funerale, un matrimonio, 5-6 giorni e ripartivo per improrogabili impegni. Ma nel 2006 invitato dal Comune sono rimasto a Sortino 15 giorni con la mia famiglia ospitato da miei squisitissimi parenti. Si trattava di "celebrare", io ero solo uno spettatore, una ricorrenza che si è risolto in un bagno di retorica e nello squallore di discorsi a cui nessuno chiaramente credeva, oltre ad un qualche piccolo ritorno economico per qualcuno, immagino. In questa circostanza ho parlato con varie persone, specialmente giovani. E ho capito che io ho perduto irremidialmente la possibilità di capire Sortino perchè, nel bene e nel male non l'ho vista cambiare. La mia è la Sortino dei racconti-favole di mia madre: Giufà Menelik, conchini di monete d'oro che "evaporavano" perchè non erano state eseguite le giuste "procedure" nelle ricerca, una fontana dalle acque chiare e fresche fatta apparire da S.Sofia per dissetare i suoi insecutori, per non parlare della "biddina", un drago che si aggirava nelle sponde dei torrenti capace d'inghiottire uomini e capre. E bambini. I bambini che disubbidendo alle mamme facevano il bagno nell'acqua alta o lontano dai loro vigili occhi.
Come dicevo nel 2006 sono stato a Sortino. Un pomeriggi ho parcheggiato la macchina in via Reg. Margherita accanto ad uno scalino. Quando dopo qualche ora sono tornato a riprenderla sul parabrezza ho trovato una multa. Poco male. Ma poi ho letto. "...sostava in un'area non consentita..." Mi sono arrabbiato. Quella non è una "area". Quello è lo scalino dove io, avevo 5 anni,allontanatomi (fuggito?) dall'asilo del Colleggio mi misi a sedere piangente in attesa che mia madre venisse a salvarmi. Mia madre arrivò, infatti. E mi consolo con nuove storie del sagace Giufa.
Vedi, Sortino per me non è un luogo,è una favola, un luogo non fisico ma della mente, una utopia e le utopie...non esistono, dicono. Ma sarà vero!?

neoprene ha detto...

Quello che hai scritto è bello ed emozionante. La tua visione "utopistica" sarebbe sicuramente apprezzata. Penso che in molti abbiamo il bisogno di ascoltare o riascoltare le "favole" che ti raccontava tua madre. La mia generazione purtroppo ha solo ascoltato le favole dei politici, che sicuramente non hanno sortito lo stesso effetto e causato gli stessi benefici. Come mi è solito dire la realtà è un taglio di luce e quella di poter sognare, purtroppo, è spenta.
Torna anonimo, e "illumina" le nostre giornate con le tue "utopie".

Dall'iperspazio
Neo


Ps.
Magari sulla "biddina" ci puoi fare un post.

..... ha detto...

Hai proprio ragione neoprè altro che storielle!!! invido molto l'anonimo, nonostante a "fami" e u "maluversu" erano quelli i tempi splendidi di sortino, carichi di utopie si, ma sempre migliori delle nosre realtà...

Anonimo ha detto...

che tristezza.... i tempi di oggi son belli per le gran comodita'ma una volta si stava meglio! si era piu' felici e ci si accontentava: e chi si accontenta gode! è proprio vero!i detti antichi non sbagliano mai. oggi nonostante quel che abbiamo sembriamo sempre trisi , infelici, insoddisfatti.. perchè l'uomo non si accontenta mai e cerca e vuole sempre di piu'. mi chiedo dove andremo a finire di sto' passo... baci a tutti bynobil