domenica 8 aprile 2007

U NUMMU RU GESU

Foto by sciurty




Tradizione pasquale sortinese di immensa suggestione che si svolge oramai da parecchi secoli. U Nummu Ru Gesu in italiano Il Nome Di Gesù è una statua del Cristo alla colonna ritrovata miracolosamente intatta ta le macerie dell'antica Sortino distrutta dal terremoto del 1693. Conservata nella navata laterale della chiesa di S.Sofia viene adorata da parecchi devoti e maggiormante nei giorni della settimana santa. In particolare all'alba del venerdì santo, portata in processione dai portatori, percorre gran parte delle strade e viuzze del paese richiamando a se una folla immensa che, raccolta in preghiera, rinnova, con simboli, la passione di Cristo.








foto by sciurty


Alle ore 4.00 la commovene sciuta accompagnata dalle fiaccole accese dalle donne e dal sottofondo della banda che esegue, come tradizione, la marcia omonima. Per 3 ore circa si percorre un tragitto che tocca angoli emozionanti: dall'ex carcere, dalle cui finestre in passato si affacciavano i detenuti, alla chiesa della Matrice dove viene ricreato, con la corsa della vara e la chiusura contemporanea del portone centrale, il rifiuto, dei sacerdoti, di dare rifugio a Gesù Cristo; dal Collegio Di Maria al Monastero delle Benedettine dove, come le pie donne, le suore offrono conforto e pregano, con canti, chiedendo misericordia.







foto by sciurty

Le Farate, accese quasi sempre da adolescenti, altro non sono che dei falò semplici ma che richiedono, per tradizione, una preparazione di parecchie settimane (non per l'allestimento materiale in se ma per tutto l'iter che ci sta dietro) In passato si iniziava almeno un mese prima girando casa per casa in cerca di qualche offerta in denaro o di qualche fascio di legna. Si organizzava, pochi giorni prima la farata, e grazie l'aiuto di un adulto, la raccolta de fraschi e la sistemazione in prossimità del luogo di accensione. Durante il pomeriggio del giovedì santo avveniva u nfasciamentu la disposizione in linea verticale in modo da creare una piramide pronta ad ardere e sviluppare fiamme alte anche 10mt. . La sera, se permesso dai genitori, era un rito trascorrere la notte all'aperto e di guardia aspettando l'ora...quei pochi munuti che lasciavano in corpo tanta adrenalina da non rimpiangere mai minimamente la fatica o le ore di sonno irrimediabilemnte perse. Dopo, abbandonati torce, stanchezza e i residui del falò(raccattati dalle donne per alimentare le loro stufe e conche) si partecipava alla processione, incuranti dell zaffata di fumo che ci si portava dietro, con lo scopo d'essere dei buoni cristiani e di controllare, criticando o approvando, il lavoro degli altri e il risultato della loro farata.



Attualmente tutto si svolge in maniera più o meno identica, anche se il progresso non sempre porta vantaggi alla salvaguardia delle tradizioni. Così tutto deve essere spento dopo il passaggio, nessuno più racimolerà con avarizia la brace, la nottata non è più un'esclusiva del venerdì santo e sempre meno ragazzi si dedicano a questo allestimento. Inoltre con l'avvento del metano e quindi l'anno venturo le farate avranno tempi duri!!


Foto by sciurty

Alle ore 7.00 circa a trasuta.. e il paese riprende la vita di sempre...


foto by sciurty

1 commento:

Anonimo ha detto...

Davvero una bella tradizione...